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l'ha detto la televisione, quindi è vero!

E’ da quando sono piccolo che sento dire che nel mondo di oggi, chi ha il controllo sull’informazione, ha una grande ricchezza e soprattutto un grande potere. E’ vero, da un certo punto di vista questa affermazione spaventa e intimorisce, ed i motivi sono facilmente intuibili in quella che è l’evidenza di come nel nostro paese l’informazione distribuita dai grandi media ad uso e consumo della popolazione sia nelle mani di pochi, se non pochissimi. Televisione, radio, quotidiani ed editoria, i principali strumenti di cui quotidianamente facciamo uso sono, lo sappiamo bene, gestiti e filtrati da chi esercita il potere e da chi sicuramente e palesemente ne fa uso per questo scopo. Impaurisce e spaventa la gag pubblicitaria che mostra Berlusconi al posto di Ghandi nella pubblicità di Telecom con lo slogan, “se avesse potuto comunicare così che mondo sarebbe”. Da un altro punto di vista, o meglio, guardandosi bene intorno, resta comunque una riflessione da fare. I nostri nonni ed i nostri genitori, non si può certo dire che stavano meglio, e certe popolazioni tanto meno. Certo, è vero che il detto mal comune mezzo gaudio è una stupidaggine ma non è in questo senso che la intendo. Mi spiego meglio: spesso mi scontro con persone di generazioni precedenti alla mia quando se ne escono con frasi del tipo, l’ha detto la televisione, oppure c’era scritto sul giornale, come se ciò fosse garanzia di assoluta credibilità e genuinità. Ma chi lo dice che quello che dice la tele ed i giornali è la verità? Chi l’ha detto che quello che diceva la tele o la radio o i giornali 30 o 50 anni fa era la verità? Basta andare indietro ai bollettini di guerra e ai radiocomunicati per capire come le balle, e di dimensioni maestose per giunta, erano all’ordine del giorno quanto ora se non di più. Dunque non è una novità dei tempi moderni che il controllo sulla divulgazione delle informazioni è potere; e se nei tempi remoti l’analfabetismo e la mancanza di tecnologia consentiva un facile controllo della diffusione delle informazioni, come è cambiato il panorama delle informazioni al giorno d’oggi? Sicuramente al giorno d’oggi, abbiamo molti più mezzi di comunicazione di quanti ne abbia mai avuta l’umanità. Nel medioevo solo i monaci sapevano scrivere e ci hanno tramandato quello che oggi conosciamo come la nostra storia, ma nessuno ci garantisce che non sia una gigantesca storia inventata da uno sparuto numero di trascrittori particolarmente fantasiosi e portati per le vicende intricate: gente che praticamente al confronto gli sceneggiatori di beautiful e sentieri non sono nessuno… Sinceramente mi sembra che nel giro di pochi anni, siamo passatti da un sistema di diffusione delle informazioni, estremamente filtrato, ridotto e stracontrollato, che ai nostri nonni dava la sicurezza di essere autorevole ad una situazione nella quale abbiamo una informazione molto più diffusa ma estremamente meno facile da controllare. Provate a cercare su un qualunque motore di ricerca, qualcosa sull’attentato dell 11 settembre alle torri gemelle e troverete facilmente siti che vi parleranno di complotti della CIA, siti che vi mostreranno video che dimostrano come sul pentagono non può assolutamente essersi abbattuto un aereo, siti che richiameranno la vostra attenzione su tutta una serie di coincidenze davvero strane e bizzarre per essere tali. E questo ovviamente è solo un esempio. Quanti dei nostri genitori, hanno nella loro vita, mai avuto la possibilità che abbiamo noi di rendere disponibile attraverso quelli che sono i sistemi informativi di oggi, le nostre idee e le nostre riflessioni ad un pubblico vasto come quello dei cyber navigatori? Non è un caso che il governo cinese o quello iraniano abbiano posto dei filtri su google, o che in alcuni stati a regime totalitario internet sia proibita. Non ultimo l’immane sforzo, fortunatamente sempre fallito, perlomeno nei suoi grandi obbiettivi, di strumentalizzare la rete a scopi commerciali. Intendiamoci, non voglio fare un elogio o uno sproloquio a favore di internet e dei new media che come la rete si sposano bene con il concetto “ meant to be free” ma piuttosto richiamare l’attenzione su come noi ci siamo progressivamente abituati ad uno spirito critico e ad un operazione di filtraggio personale sulle informazioni che una persona di un paio di generazioni prima di noi, nemmeno si sogna. Personalmente ogni volta che vedo una notizia in televisione che attiri la mia attenzione, vado quasi sempre a ricercarne ulteriori dettagli sui canali non ufficiali, spesso trovando notevoli discrepanze rispetto alla versione ufficiale, se non addirittura ne trovo, persino, fra le diverse versioni ufficiali. Quando ero bambino, e la maestra mi assegnava una ricerca, l’unico strumento che avevo era l’enciclopedia Treccani di casa e spesso era insufficiente. Ecco che allora giravo per librerie e biblioteche alla ricerca di informazioni. Ma non sono questi proprio gli strumenti che consentono il controllo delle informazione e il conseguente potere che ne deriva? Secondo voi un editore avrebbe mai pubblicato e distribuito una versione diversa da quella ufficiale di una qualunque notizia? Forse si, ma dubito che l’avrebbe fatto solo per l’onore della verità.


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