E' finito da poche ora il gran premio di Motociclismo del Mugello 2006. Ho visto Valentino Rossi compiere ancora una volta un impresa straordinaria. Il grande aversario questa volta era Loris Capirossi, che nel week end è stato subito velocissimo e nel warm up ha mostrato un ritmo di gara insostenibile da chiunque altro. La gara parte bene per Vale, Loris sbaglia la partenza e deve rimontare da dietro. Sete Gibernau, anche lui in sella ad una velocissima Ducati si mette davanti a tutti; a un terzo di gara Rossi lo passa e cerca di andarsene, ma è dura, dietroi lui 5 piloti validi ed agguerriti
A 9 giri dalla fine, mentre Rossi è primo, lascia sfilare davanti a lui 4 piloti del calibro di Gibernau, Capirossi, Hayden e Melandri, piazzandosi quinto. Qualche giro di “studio” e poi riparte la rimonta. Si ritrova primo con Capirossi francobollato dietro, mancano due giri alla fine, Loris prova a sorpassare, ma la prima posizione dura appena qualche curva. Valentino non ci sta. Un ultimo giro da manuale.
Non ci sono parole.
E’ storia.
Non ci sono parole per descrivere la grandezza di questo pilota e la sua classe immensa. Secondo me, oggi avrebbe vinto con qualunque moto e qualunque condizione, la seconda Yamaha è 12esima con Edwards!. Durante questo week end è stato dato anche l'annuncio che Rossi non andrà in formula1 e che per il prossimo anno lo vedremo ancora in Yamaha.
E’ andata così… Valentino ha salutato “mamma Ferrari” che tanto era stata prodiga con lui e che tanto l’aveva fatto giocare e divertire, ma alla fine non è stata così forte da tenere a sè un mezzo figlio, nato con i kart ma scopertosi un genio sulle moto.
Anni di tira e molla, mesi di ipotesi fatte per alimentare le discussioni da bar e la tiratura dei giornali, giorni di prove su pista e notti per riflettere. Pochi minuti per settare la macchina e lanciarsi sull’asfalto per rosicchiare secondi. Qualche millesimo per decidere quando cambiare, che traiettoria impostare, che cosa fare.
Giorni di Storia, aut-aut sciolti senza sapere se “il senno di poi” premierà o meno le decisioni prese, una porta che dopo essere stata lasciata socchiusa, ora, per almeno un altro anno, si chiude definitivamente. A chiave.
Niente più tentazioni, niente più fuoco rosso Ferrari, niente più distrazioni a 4 ruote, niente più battibecchi con il Briatore di turno nè mezze sfide di gare ibride 2-4 ruote lanciate e mai accettate da Alonso e compagni.
L’ha fatto Rossi. Ha deciso che l’amore per la sua moto, vista crescere sotto le sue mani e orgoglioso della sua creazione come un Pigmalione fin troppo appasionato, è forse troppo più forte dell’ input che lo avrebbe spinto verso la Formula 1.
Quali le cause di questa scelta? Quali gli input? Quali i pensieri di un 27enne che in moto ha vinto tutto e che ogni anno, prima di inizio stagione, i giornalisti si affrettano a definire “il marziano” supponendo però, proprio in virtù del suo palmares, che ormai il campione “non ha più la stessa motivazione per vincere anche questa volta“?
Perchè? Per abbassare le quote delle scommesse, il morale di Valentino, per scaramanzia o che cos’altro?
Sta di fatto che, ogni anno, Valentino in un modo o nell’altro trova il modo di stupire. Anche quando per assurdo e per beffa della fortuna o della Michelin o di chissà cos’altro, Valentino deve recuperare, dopo appena 5 gare, ben 43 punti dalla vetta, da un Hayden che bravo è, per carità, ma si è visto di meglio al mondo e da una moto, la RC211V marchiata HRC che potrebbe volare se solo fosse sotto le mani giuste.
Quanto avrà influito questa classifica congelata sulla scelta di Valentino di non traslocare alla Ferrari? Quanto avrà pesato la nuova sfida della 800cc dell’anno prossimo? Quanto avrà contato l’orgoglio, la volontà a non lasciare le moto da perdente ma avere ancora voglia di giocarsela fino alla fine, di dire che ancora le carte non sono state scoperte tutte e che tra un bluff e una gomma fatta un pò meglio Valentino non considera ancora chiusa la stagione in corso?
Mai arrendersi, mai mollare. Questo è il suo motto. E forse, continuare a divertirsi, del resto per crescere c’è ancora tempo.
E glie lo si augura di divertirsi ancora come oggi, di lottare fino alla fine e di vincere meritatamente tutto quello che è ancora possibile. Senza metterci troppo la testa, senza pensare troppo al futuro, o almeno piace pensarla così. Piace pensare che le cose migliori vengano da quella sorta di istinto, o talento, o chissà cos’altro, che porta un pilota a correre una gara come quella di qualche ora fa.
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